di Lucia Zitti
In controtendenza con il crollo generale dei consumi cresce solo la spesa alimentare che sale a 468 euro mensili (+1%), il valore più alto degli ultimi cinque anni. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sulle spese delle famiglie nel 2020.
A spingere i consumi alimentari tra le mura domestiche è il crollo della ristorazione che fa segnare un calo del 39% nel 2020 a seguito delle chiusure a singhiozzo determinate dalla necessità di combattere la diffusione del contagio da Covid.
Ma a cambiare è anche la composizione del carrello della spesa con l’aumento degli acquisti per latte, formaggi e uova (62 euro al mese; +5,1% rispetto al 2019) e per carni (102 euro mensili; +3,4% rispetto all’anno precedente), frutta (43 euro mensili; +1,2% rispetto al 2019). In calo invece le spese per oli e grassi (15 euro mensili; -7,0% rispetto al 2019), per zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi (18 euro al mese; -6,4% sul 2019) e per caffè, tè e cacao (14 euro mensili; -5,1% rispetto all’anno precedente). Con l’emergenza Covid c’è stata una decisa svolta salutista che ha favorito l’acquisto di prodotti considerati più sani e più vicini al territorio per sostenere l’occupazione e l’economia locale.
Un comportamento che ha spinto il successo dei mercati di vendita diretta degli agricoltori di Campagna Amica che hanno incrementato le vendite del 26% secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, trainati da una nuova sensibilità degli italiani verso i cibi salutari ma anche dalla volontà di recuperare un contatto diretto con chi coltiva i prodotti che si portano in tavola, dopo le limitazioni imposte dalla pandemia.
L’emergenza Covid-19 ha determinato un sensibile aumento del numero delle imprese agricole che praticano la vendita diretta e, di conseguenza, è cresciuto il fatturato di questo canale che, nel 2020, ha superato i 6,5 miliardi di euro secondo l’Ismea.
Fonte: DIRE