di Francesco Del Bo
L’attrattività del ‘Sistema Italia’ si rafforza nonostante la pandemia. Nel 2020 il numero di iniziative degli investimenti diretti esteri (‘Ide’) è cresciuto di 5 punti percentuali rispetto all’anno precedente ed il 48% dei manager internazionali si dichiara pronto ad espandere le proprie attività nel nostro Paese. Al netto della fiducia crescente, restano però marcate disparità territoriali specialmente tra il Meridione ed il resto della Penisola. È lo scenario delineato dall’EY Europe Attractiveness Survey, studio che analizza l’andamento degli investimenti esteri in Europa e che sonda le percezioni dei player internazionali con l’obiettivo di indagare quale sia il livello di attrattività di ciascun Paese.
Nel 2020 l’Italia è stata tra le nazioni più duramente colpite dall’emergenza Covid-19, eppure si scopre essere uno dei pochi Stati europei ad aver registrato una crescita del numero degli Ide rispetto al 2019. A fronte di un calo complessivo del 13% a livello europeo, il nostro Paese si dimostra in controtendenza e segna un rialzo di 5 punti percentuali per un totale di 113 nuovi progetti in programma. La quota di mercato resta comunque ancora limitata: l’Italia rappresenta infatti soltanto il 2% degli investimenti diretti totali in Europa, piazzandosi al dodicesimo posto nella graduatoria con gli altri Paesi.
L’Italia è attrattiva, è riuscita ad esserlo nell’anno difficile del 2020, con una performance del +5% di progetti di investimento diretto estero annunciati e in fase di implementazione, in alcuni casi con un trend migliore di altre grandi economie europee, tra cui Regno Unito e Francia. Anno su anno, l’incremento dei progetti in Italia ha segnato uno stacco in parziale controtendenza rispetto alla media europea.
Se è vero che questo è un segnale positivo di ripresa, la porzione degli investimenti diretti esteri destinati al nostro Paese rimane comunque limitata. C’è necessità che le migliori risorse dell’Italia siano convogliate per rendere il Paese più attrattivo e competitivo a livello internazionale. Bisogna ricreare un clima generale di fiducia, soprattutto ora che le sfide del rilancio promosso tramite il Next Generation sono prossime, e avranno un impatto forte sulla competitività dell’Europa intera. Serve un esercizio collettivo da parte di istituzioni e aziende affinché questo segnale positivo sia stimolo alla crescita e possa diventare strutturale.
Fonte: Adnkronos