di Elisabetta Farini
Italia eccellenza nell’economia circolare ma arranca sul fronte dei comportamenti ‘green’. È quanto emerge dal Rapporto di Circonomia, il Festival nazionale dell’economia circolare in corso ad Alba. La valutazione contenuta nel Rapporto si basa su 17 indicatori: dal consumo interno di materia pro capite e dalla percentuale di rifiuti avviati a riciclo, che vedono l’Italia prima assoluta sui 27 Paesi dell’Unione europea, ai consumi finali di energia in rapporto al Pil e al tasso di rinnovabili sui consumi finali di energia che ci collocano largamente al di sopra della media europea e in testa tra i grandi partner dell’Unione (Germania, Francia, Spagna, Polonia).
Nella classifica finale che comprende tutti i 17 indicatori, come detto l’Italia è prima, seguita dall’Olanda, dall’Austria, dalla Danimarca. E se fossero Stati membri dell’Unione, sarebbero prime sia la macro-regione del Nord che quella del Centro, mentre il Sud con le isole si piazzerebbe comunque sul podio. Come ha spiegato presentando il Rapporto Duccio Bianchi, non c’è rapporto diretto tra ricchezza di un Paese e sue performance ‘green’: i Paesi a basso reddito generalmente vanno meglio negli indicatori d’impatto perché consumano meno energia e meno materia (pro capite), quelli più ricchi spesso hanno livelli più elevati di efficienza energetica e di buona gestione dei rifiuti.
Nel caso dell’Italia, le buone prestazioni sul fronte dell’economia circolare nascono da vari fattori. Per una parte dipendono da condizioni oggettive e tradizionali: la nostra ‘geografia‘ caratterizzata in prevalenza da un clima mite favorisce più bassi consumi di energia, la nostra strutturale carenza di materie prime (dalle risorse energetiche ai metalli) ha ‘abituato’ da secoli l’economia italiana ha ottimizzare l’uso di energia e risorse naturali.
Fonte: Adnkronos