di Giuseppe Gallo
La ristrutturazione in chiave ambientale o la costruzione di nuovi edifici ecologici non trova spazio nel mercato delle obbligazioni sostenibili. Come emerge da una ricerca di SustainAdvisory sul mercato dei Green, Social e Sustainable (GSS) solo un modesto 7% di ‘Green Buildings’ è tra le categorie di progetti ammissibili indicate nell’utilizzo dei proventi e solo il 5,9% in termini di volumi emessi.
Il totale dei volumi di debito GSS in circolazione emessi da soggetti italiani e quotati su Borsa Italiana a fine luglio 2021 ammonta a 44,8 miliardi di euro: il 60% di tali volumi è etichettato come ‘Green’, l’8,5% come ‘Social’ e il 31,5% come obbligazioni ‘Sostenibili’ o ‘Sustainability-linked’.
Il mercato italiano dei green bond, è largamente dominato dalle utilities e dalle società di infrastrutture: le categorie di progetti ammissibili e più frequentemente citate nella descrizione dell’utilizzo dei proventi sono le energie rinnovabili (26%), l’efficienza energetica (18%), la prevenzione e il controllo dell’inquinamento (12%) e i trasporti puliti (11%), mentre la categoria degli edifici verdi è citata solo nel 7% dei casi. In termini di volumi emessi, solo 2,6 miliardi di euro delle emissioni di Green Bond sono stati assegnati alla categoria Green Building, pari al 10% delle obbligazioni etichettate come “verdi” e al 5,9% del volume totale delle obbligazioni GSS emesse.
La ricerca sottolinea come nei paesi del Nord Europa, in particolare Svezia, Belgio, Regno Unito, Germania, i green bond sono ampiamente utilizzati nel settore immobiliare sia per progetti di ristrutturazione che per lo sviluppo di nuovi asset nei segmenti residenziale e commerciale. Gli investitori dietro i progetti più grandi sono fondi pensione e compagnie di assicurazione con forti impegni ESG e politiche di investimento integrate in fasi avanzate di attuazione di strategie di sostenibilità, e generalmente firmatari di iniziative Net-Zero pledge.
Le compagnie assicurative con un’esposizione diretta all’asset management immobiliare tendono a destinare i proventi delle obbligazioni esclusivamente all’acquisto di edifici verdi o alla riqualificazione (retrofit/recupero) degli asset esistenti in portafoglio. Il gruppo Generali è il maggiore emittente di obbligazioni verdi assegnate alla categoria “Green Building” con un totale di 1,2 miliardi di euro di proventi assegnati da obbligazioni emesse nel 2019 e 2020.
Nel caso delle istituzioni finanziarie, i proventi delle obbligazioni sono destinati non solo all’acquisizione, al finanziamento o al rifinanziamento del portafoglio immobiliare, ma anche al finanziamento di prestiti/mutui alla clientela retail e, più recentemente, a monetizzare crediti d’imposta legati a contributi pubblici per opere di efficienza energetica (noti come Superbonus, Ecobonus), o alla riduzione del rischio sismico su edifici esistenti (Bonus Sismico) di privati (non imprese) e condomini. Intesa San Paolo è il secondo emittente di green bond destinati ai “Green Buildings” con EUR940m di proventi assegnati da un bond emesso a marzo 2021.
Fonte: ANSA