di Rosanna Pasti
Missione Platino verso il lancio con i primi due satelliti Platino-1 e Platino-2 che saranno messi in orbita tra la fine del 2022 e la metà del 2024. L’Asi annuncia che il contratto per i servizi di lancio firmato – su incarico dell’Agenzia Spaziale Italiana – dal raggruppamento di imprese Rti con Arianepace prevede l’utilizzo del vettore europeo a maggioranza italiana Vega. La piattaforma per minisatelliti Platino dell’Asi è stata progettata dal raggruppamento di imprese (Rti) costituito dalla mandataria Sitael, Thales Alenia Space, Leonardo, e Airbus Defence and Space ed è stata ideata per supportare un’ampia gamma di missioni in differenti scenari operativi nei settori dell’osservazione della Terra, telecomunicazioni e missioni scientifiche. Entrambi i satelliti saranno lanciati da Kourou nella Guyana Francese, grazie al lanciatore europeo Vega realizzato negli stabilimenti italiani di Colleferro, alle porte di Roma, dalla società italiana Avio.
La piattaforma garantirà una riduzione dei costi di sviluppo ed operativi, in un momento di mercato estremamente competitivo e favorirà il posizionamento strategico del nostro comparto industriale in un settore che vede l’affermarsi di nuovi sistemi quali le megacostellazioni satellitari. La missione Platino-1, equipaggiata con un innovativo radar ad apertura sintetica (Sar) in banda X, sarà in grado di operare sia in modalità passiva che attiva garantendo prestazioni mai ottenute sino ad oggi nel settore dei mini Sar, aprendo nel contempo la strada a nuovi scenari interoperativi fra differenti missioni quali applicazioni bistatiche.
Platino-2, equipaggiata con un sensore infrarosso termico (Tir) sarà operativo nell’ambito e a supporto del controllo del territorio e nella gestione delle emergenze. Le immagini prodotte verranno impiegate per test di monitoraggio delle acque, degli agenti inquinanti, delle coltivazioni e della vegetazione, del consumo energetico in aree urbane e nel monitoraggio degli incendi. L’Asi sottolinea che Platino-2 sarà una delle prime missioni nazionali ad osservare la Terra nel canale termico da un’orbita inferiore a 400 chilometri migliorando significativamente la risoluzione delle immagini collezionate.
Fonte: Adnkronos