Da Tesla a Gorillas, 10 aziende tech che stanno licenziando

Da Tesla a Gorillas, 10 aziende tech che stanno licenziando

Il quadro che la crisi sta disegnando sulle aziende tecnologiche, dalle startup alle corporate, è sempre più preoccupante. Inflazione, rallentamento della crescita, crisi internazionale, aumento del costo del lavoro, riflessi del post-pandemia tra le cause

Peloton ha già licenziato migliaia di dipendenti quest’anno. Il rivenditore di auto online Carvana ha ridotto del 12% la sua forza lavoro, mandando a casa 2500 persone. Tesla ha fatto fuori 200 dipendenti e potrebbe arrivare a 10 mila. Per non parlare della piattaforma di trading Coinbase che vuole ridurre il suo organico del 18%. E poi Better, Gorillaz e Netflix.

A metterli uno accanto all’altro sono numeri che fanno pensare. Eppure è il quadro che la crisi sta disegnando sulle aziende tecnologiche, dalle startup alle corporate (dentro ci sono anche Microsoft, Jp Morgan e Paypal per intendersi).

Inflazione, rallentamento della crescita, crisi internazionale, aumento del costo del lavoro, riflessi del post-pandemia tra le cause. Una combinazione che sta portando molte aziende americane dei settori più diversi a ridurre drasticamente l’organico. Ecco qualche esempio.

Tesla

Elon Musk aveva anticipato il tema a inizio giugno, parlando di un “bruttissimo presentimento” relativo all’economia americana e mondiale, schiacciata da inflazione e incertezza socio-politica, cui si aggiunge la drammatica crisi generata dalla pandemia.

I licenziamenti ci sono stati e a fine giugno hanno coinvolto 200 dipendenti dell’ufficio di San Mateo, in California (era focalizzato sul miglioramento del sistema di guida autonoma).  La chiusura dell’ufficio di San Mateo è stato però solo il primo passo. Musk è pronto a licenziare il 10% dei dipendenti, circa 10 mila persone.



Alibaba

Alibaba potrebbe tagliare oltre il 15% della sua forza lavoro totale (circa 39.000 dipendenti). Tra le ragioni, la stretta del governo cinese alle big tech, il rallentamento della crescita e l’aumento dei prezzi.

Netflix

Netflix ha licenziato circa 150 persone a metà maggio, il secondo round di licenziamenti nel 2022. Gli ultimi licenziamenti, che hanno un impatto sul personale “per lo più con sede negli Stati Uniti”, sono dovuti al “rallentamento della crescita delle entrate”, secondo una dichiarazione di un portavoce di Netflix.

“Questi cambiamenti sono guidati principalmente dalle esigenze aziendali piuttosto che dalle prestazioni individuali, il che li rende particolarmente difficili”. All’inizio di quest’anno, Netflix ha rivelato di aver perso circa 200 mila abbonati al suo servizio nel primo trimestre: la prima perdita di abbonati da oltre un decennio. I dirigenti hanno avvertito in quel momento che erano previste ulteriori perdite di abbonati per il futuro. In un rapporto agli azionisti hanno incolpato “i venti contrari alla crescita dei ricavi” e hanno affermato che l’uso massiccio di Netflix durante la pandemia aveva “oscurato il quadro” della situazione.

Microsoft

Anche Microsoft licenzia. Parlando con Bloomberg, che ha condiviso per prima l’indiscrezione, la società dice che si tratta di un “riallineamento” delle divisioni e dei ruoli, e che il provvedimento riguarda un “piccolo numero” di posti di lavoro. Bloomberg riferisce di “meno dell’1%” della forza lavoro totale (180mila persone).


Coinbase


In un documento ufficiale depositato a metà giugno alla Securities and Exchange Commission, la piattaforma di scambio di criptovalute Coinbase ha annunciato che ridurrà il suo personale del 18% (circa 1.100 persone saranno interessate dai tagli) per assicurarsi “di rimanere in salute durante questa crisi economica”. 

I licenziamenti arrivano nel mezzo di un crollo delle criptovalute che ha portato i trader a perdere circa 2 trilioni di dollari da novembre, secondo quanto riportato da NBC News. “Siamo cresciuti troppo in fretta” ha scritto il ceo Brian Armstrong in un post sul blog aziendale, aggiungendo che il costo del lavoro è cresciuto ed è ora “troppo elevato per gestire efficacemente un mercato incerto”. Ha poi avvertito che l’economia “sembra entrare in una recessione dopo un boom economico di oltre 10 anni”.

Peloton

A febbraio, Peloton, società di attrezzature per esercizi fisici e di servizi online per la salute e il benessere (cyclette e i tapis roulant collegati a Internet che consentono agli abbonati di partecipare a sessioni sportive),  ha licenziato oltre 2.800 persone, il 20% della sua forza lavoro aziendale.

Peloton ha dovuto affrontare una grave battuta d’arresto dopo che i prodotti per il fitness da casa sono diventati popolari durante la pandemia. Con la riapertura delle palestre successivo all’aumento dei tassi di vaccinazione, l’attività di Peloton ha subito un duro colpo: il valore di mercato dell’azienda è sceso da 50 miliardi dell’anno scorso a circa 4,4 miliardi di dollari all’inizio di giugno 2022.

Gorillas

A maggio  la società tedesca di consegne di generi alimentari Gorillas ha annunciato il licenziamento di “quasi 300” persone in tutto il mondo.

Rivian

Il produttore di auto elettriche Rivian, sostenuta tra gli altri da Amazon, sarebbe sul punto di dare il benservito a circa il 5% della propria forza lavoro che ammonta, secondo gli ultimi dati di fine 2021, a 14 mila dipendenti. I tagli non sono ancora stati decisi. “L’azienda punterà sempre sulla crescita, ma non è immune dall’attuale congiuntura economica” si legge in una email scritta dal Ceo RJ Scarringe ai dipendenti.

Gopuff

Come riportato da Bloomberg, la startup di delivery Gopuff sta licenziando il 10% del personale (1500 persone) e chiudendo dozzine di magazzini.  A marzo Gopuff aveva già tagliato il 3% della sua forza lavoro (più di 400 lavoratori).

Carvana

La piattaforma di vendita di auto online Carvana prevede di tagliare il 12% del suo personale, ovvero circa 2.500 dipendenti. In un’email inviata ai dipendenti il CEO Ernest Garcia III ha affermato che l’azienda ha sopravvalutato la crescita in un momento difficile per l’industria automobilistica. Tagliando il personale, Carvana mira a trovare “un migliore equilibrio tra i suoi volumi di vendita e livelli di personale“, ha dichiarato la società.

Carvana è stata fondata da Garcia nel 2012. Il servizio di Carvana consente ai clienti di acquistare le auto online, che vengono consegnate a domicilio dei clienti o ritirate presso un distributore automatico Carvana. La società ha visto le proprie fortune salire alle stelle durante la pandemia quando la domanda di auto usate ha raggiunto nuovi massimi.

Better

A partire dalla fine del 2021 e proseguendo per i primi mesi del 2022, la startup di mutui Better.com ha licenziato circa 4.000 persone. La prima ondata è iniziata appena prima delle festività natalizie nel 2021, quando il CEO Vishal Garg ha licenziato “centinaia” di persone.

Garg ha detto ai dipendenti che la società “ha perso 100 milioni di dollari nell’ultimo trimestre”. Ha poi detto che i licenziamenti non avrebbero dovuto avvenire subito prima delle vacanze, ma “tre mesi fa”. Better ha proseguito con altri 3.000 licenziamenti a marzo.


Robinhood

Robinhood, app per gli investimenti in borsa, a fine aprile ha dichiarato un taglio del 9% (circa 300 persone) della forza lavoro, dopo una crescita che ha portato la sua forza lavoro a 700 dipendenti nel 2019 e 3.800 alla fine del 2021.

Fonte: Agi

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