di Livio Fabietta
Decarbonizzazione, transizione energetica ed economia circolare. Eni guarda al futuro green dell’economia del Paese, a quella rivoluzione ‘verde’ del mondo industriale con cui contrastare i cambiamenti climatici e abbattere l’inquinamento globale.
L ‘ultimo traguardo del gruppo, ieri, con l’acquisizione, da Equinor e SSE Renewables, del 20% del progetto nell’eolico offshore per le prime due fasi di Dogger Bank Wind Farm, al largo della costa nord-orientale dell’Inghilterra, per un esborso pari a circa 400 milioni di sterline (circa 443 milioni di euro): 190 turbine di ultima generazione, da 13 megawatt ciascuna, per una potenza complessiva di 2,4 gigawatt.
Del boom dell’energia green ne ha parlato proprio oggi l’amministratore delegato
dell’Eni Claudio De Scalzi al Sole 24 ore.
E non è l’unico progetto avviato in Gran Bretagna, in pista anche un grande
progetto con Shell, Total, Bp, Equinor e National Grid, per lo stoccaggio di
CO2 sia per l’industria locale che per il power con cui cercare di raggiungere
l’ambizioso obiettivo di abbattere la CO2 per decarbonizzare l’industria.
In questo ambito Eni sta
lavorando anche al processo Carbon Capture, Utilisation and Storage in cui la
CO2 non soltanto viene ”stoccata” permanentemente nel sottosuolo ma che
diventa anche materia prima per essere utilizzata in nuovi processi produttivi:
a questo è finalizzato dunque il progetto Adriatic Blue per la realizzazione
del più grande sito di stoccaggio di anidride carbonica del mondo al largo di
Ravenna.