Puntare su mobilità urbana e regionale, elettrificazione e messa in sicurezza infrastrutture stradali
di Sergio Polletti
Destinare 41,15 miliardi del Recovery Plan alla mobilità
sostenibile puntando su mobilità urbana e regionale, elettrificazione dei
trasporti e transizione ecologica dell’industria automotive. Queste le proposte
di Kyoto Club e Transport Environment illustrate nel nuovo rapporto “Un
Piano di Ripresa e Resilienza per la mobilità sostenibile”.
Il Recovery Plan italiano è troppo sbilanciato sulle grandi opere, che
assorbirebbero la maggior parte delle risorse in modo inefficiente sia dal
punto di vista della necessaria e rapida decrescita delle emissioni di CO2 che
è urgente indurre nel settore, sia dal punto vista sociale ed economico.
Per decarbonizzare il settore e rilanciare i trasporti in versione green
servirebbero piuttosto: un deciso impulso alle reti per la ciclabilità, la
pedonalità e la rigenerazione dello spazio urbano, azioni mirate per
l’elettrificazione dei trasporti, il potenziamento del Tpl elettrico, della
mobilità condivisa e degli hub intermodali nelle stazioni, la logistica delle
consegne merci a emissioni zero e un’adeguata rete di ricarica per permettere
alla mobilità elettrica di continuare con il trend positivo che ha
caratterizzato il 2020.
In merito alla governance del Pnrr, le associazioni chiedono inoltre l’istituzione di un Comitato permanente di consultazione delle associazioni ambientali, al fine di assicurare che la quota parte green del fondo (almeno il 37%) sia spesa a favore della transizione ecologica e che il 100% sia stanziato nel rispetto dei criteri della sostenibilità
In Italia, nel 2018 le emissioni di gas serra dai trasporti sono state pari a 108 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti al 26% delle emissioni totali. Rispetto al 1990, le emissioni nei trasporti invece di ridursi, come prescritto dagli accordi internazionali sul clima, sono aumentate. Il raggiungimento del nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del blocco UE, recentemente portato per il 2030 dal 40% al 55%, richiede una drastica riduzione delle emissioni del settore trasporti nei prossimi 10 anni.