Di Ilaria Ercole
Quando si vende una casa, normalmente non ci sono imposte da pagare, salvo alcune eccezioni come nel caso di una plusvalenza derivante dalla vendita o se l’immobile è stato ereditato.
Se il venditore è un’impresa, dovrà pagare un’imposta di registro, catastale e ipotecaria fissa di 200 euro ciascuna, con IVA che varia a seconda del tipo di immobile. Se la vendita è mediata da un’agenzia immobiliare, è previsto il pagamento di una provvigione concordata che dipende dal mercato e dal prezzo dell’immobile. Inoltre, chi vende una casa deve sostenere i costi per migliorare l’aspetto dell’immobile e per la comunicazione e pubblicità se non si avvale di un’agenzia. È necessario anche redigere una relazione tecnica per certificare la conformità urbanistica e catastale e presentare l’attestato di prestazione energetica, che comporta il costo di un sopralluogo da parte di un tecnico specializzato.
Le spese notarili per la vendita sono generalmente a carico dell’acquirente, ma è possibile stipulare contratti che prevedano una ripartizione diversa delle spese. Se la casa è stata ereditata, bisogna pagare l’imposta sulle successioni e, in alcuni casi, anche imposte catastali e ipotecarie.
Se la casa viene venduta dopo cinque anni dall’acquisto, non si deve pagare l’IRPEF sulla plusvalenza, a meno che non si sia usufruito di agevolazioni fiscali. In caso contrario, si applicano l’IRPEF o l’imposta sostitutiva al 26% sulla plusvalenza. Non si devono pagare imposte se la casa è stata acquistata da più di cinque anni, è la prima casa o è stata ricevuta in eredità. Per una seconda casa acquistata da meno di cinque anni, è prevista la tassazione della plusvalenza.