di Renata Sanone
Viaggi e turismo sono tra i settori maggiormente colpiti dalle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria. Un trend negativo che dovrebbe cominciare a invertirsi dall’entrata in vigore del nuovo Dpcm del 26 aprile 2021 che ristabilisce la possibilità di spostarsi liberamente tra regioni di colore giallo. Quale sia lo stato attuale del settore viaggi e quali siano le tendenze per il prossimo futuro è quanto emerge da EY Future Travel Behaviours, l’osservatorio periodico che rileva su un campione di 1.000 soggetti i trend connessi ai viaggi per vacanza e per lavoro.
L’obiettivo dell’Osservatorio è sottolineare come siano cambiate le abitudini di spostamento degli italiani durante la pandemia, in modo da delineare comportamenti, preferenze e attitudini dei viaggiatori di oggi e di domani. La ricerca segnala nuove propensioni e bisogni, anche inconsci, che dunque emergeranno nel prossimo futuro e che modificheranno le aspettative dei viaggiatori.
Un primo dato è che a fronte di un crollo dei viaggi nel 2020, il 67% in meno rispetto all’anno precedente, due italiani su tre dichiarano un forte desiderio di ripartire, come nel periodo pre pandemia. C’ è la volontà di tornare a viaggiare, ma nel rispetto di nuove prospettive delineate da EY Future Travel Behaviours, che descrive come il mondo dei viaggi sta cambiando e illustra i relativi nuovi bisogni emergenti.
Nuove abitudini di viaggio: la salute prima di tutto. In questo ultimo anno è cresciuta la consapevolezza del rischio di contagio da Covid-19. Dunque, la salute è diventata una priorità che influisce direttamente sulle abitudini di viaggio. Tra i fattori ritenuti oggi imprescindibili vi sono che i mezzi di trasporto e le strutture ricettive adottino le misure adeguate, quali garanzia del distanziamento e fornitura di presidi per la sicurezza sanitaria.
Allo stesso modo, l’incertezza della situazione ha introdotto nuove priorità all’insegna della massima flessibilità in tutti gli aspetti del travel journey, come la possibilità di ottenere rimborsi in caso di ritardi e disservizi, ritenuta fondamentale per il 67% del campione, o il potersi avvalere di un agile sistema di prenotazioni e disdette conseguenti all’insorgere di situazioni sanitarie impreviste.
I dati raccolti da EY Future Travel Behaviours mettono in luce profondi cambiamenti nelle motivazioni dei viaggiatori, con un quadro decisamente eterogeneo, caratterizzato da preferenze sempre più diversificate e personalizzate che andranno intercettate. Nello specifico, sono stati identificati otto diversi profili rappresentativi dei viaggiatori che tengono conto di caratteristiche anagrafiche, comportamenti e preferenze di viaggio, intenzioni dichiarate e motivazioni rilevate da analisi implicite.
Il gruppo più numeroso tra quelli individuati è quello dei Potential Frequent Travelers (18% del campione), che ha intenzione, una volta terminata la pandemia, di aumentare i propri viaggi sia per turismo che per lavoro. I Potential Leisure Travelers (11%), invece, desiderano viaggiare di più per vacanza, ma meno per motivi professionali.
Fonte Adnkronos