di Lucia Zitti
Le Province e gli enti della Rete regionale per la conservazione della fauna marina della Sardegna avranno a disposizione 1,2 milioni di euro per il triennio 2021-2023 per il soccorso e il recupero degli animali selvatici feriti o in difficoltà e per la conservazione del loro habitat.
In particolare, alla fauna terrestre sono dedicati i Centri di recupero regionali della fauna selvatica (Carfs), gestiti dall’agenzia regionale Forestas e situati a Monastir, Bonassai e Olbia: qui arrivano gli animali in difficoltà inviati dai centri provinciali di primo soccorso, che si trovano nel territorio delle Province di Sassari, di Oristano, di Nuoro, del Sud Sardegna e della Città metropolitana di Cagliari. Inoltre, nella Provincia di Sassari è presente un servizio per il trasporto e conferimento della fauna in difficoltà presso il Carfs di Bonassai.
Per la fauna marina operano i centri di recupero e primo soccorso della Rete regionale per la conservazione della fauna marina, istituita nel 2009 e sottoscritta dall’Assessorato regionale della Difesa dell’ambiente, dalle Aree marine protette, Asinara, Capo Caccia-Isola Piana, Capo Carbonara, Tavolara-Punta Coda Cavallo, Penisola del Sinis Isola di Mal di Ventre, dal Parco nazionale di La Maddalena e dal Comune di Pula, dove sono operanti i centri di recupero per tartarughe e mammiferi marini.
Il Corpo forestale, le Capitanerie di porto di Cagliari e Olbia, l’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino del Cnr (Ias-Cnr) di Oristano forniscono collaborazione e supporto, assicurando anche l’operatività negli specchi acquei dell’intera fascia costiera regionale, ricorda la Regione.
Le risorse, 400 mila euro l’anno, saranno così ripartite: 240 mila euro per la fauna terrestre, quindi destinati ai Centri provinciali di primo soccorso ed al servizio di trasporto; 160 mila euro alla Rete regionale per la conservazione della fauna marina, che usufruisce delle strutture messe a disposizione dalle Aree marine protette e dal Comune di Pula.
Fonte AGI