Sampietrino sì o sampietrino no. Eppure esiste anche una via di mezzo. Certo è che ridisegnare la collocazione dei sampietrini di Roma è un provvedimento di buon senso di cui più volte si era discusso nel recente passato. Nuove esigenze di mobilità e tangibili variazioni nei flussi di traffico hanno reso necessario un ripensamento di quello che viene giustamente considerato un elemento urbano altamente identificativo della città. Il passo in più potrebbe essere quello di portare in periferia una parte consistente del materiale che verrà dismesso, sia come importante segnale di attenzione a zone di Roma troppo spesso lasciate ai margini sia per creare una sorta di ponte ideale tra il centro storico e i quartieri più esterni, compresi quelli che si sviluppano intorno al Grande Raccordo Anulare.
Ciascun Municipio di Roma potrebbe lanciare progetti, concorsi di idee e confronti con i cittadini per proporre al Campidoglio la collocazione più idonea e suggestiva per i sampietrini dismessi. Sarebbe anche l’occasione per promuovere iniziative tese a individuare nuove aree pedonali all’interno dei singoli quartieri, così da innescare piccole ma significative rivoluzioni culturali in termini di mobilità, ambiente e modi di vivere il proprio ambito di prossimità.