di Renata Narcisi
Un settore invecchiato dove solo l’11% della manodopera ha meno di 30 anni e con zero opportunità di percorsi di carriera. Sono queste le principali ragioni per cui, nonostante il pressante fabbisogno di personale (circa 20-30.000 lavoratori), i giovani non si avvicinano alle costruzioni, che pure sono uno dei settori in netta ripresa e in netta trasformazione. Costruire nel 2021 significa, infatti, un nuovo ciclo dell’ambiente costruito, nuove tecniche di progettazione e costruzione, e nuovi materiali in una fase di ripresa marcata del settore.
A formare il personale delle imprese di costruzioni ci pensano in Italia le Scuole edili, nate da una partecipazione bilaterale sindacato/imprese. Le nostre scuole edili hanno una tradizione secolare (quella più antica ha 102 anni) e ne abbiamo 105 in tutta Italia, stanno già ragionando sulle sfide future. Ma cosa cambierà ulteriormente? Il settore, oltre alla formazione specifica, può centrare altri obiettivi che in questo momento sono strategici per tutti come l’occupazione dei giovani.
Quindi si preoccupano non solo di attrezzare le scuole con cataloghi formativi che rispondono alle esigenze del mercato del green building, cosa già iniziata, ma anche di riprogettare tutti i moduli formativi per essere sempre più aderenti alla transizione ecologica e anche di attirare i giovani.
Bisogna far tornare attrattivo questo settore perché già oggi c’è penuria di manodopera. E’ un settore invecchiato e con zero percorsi di carriera. Per renderlo appetibile bisogna aumentare l’offerta formativa e qualificarla sempre di più in un collegamento stretto anche con gli istituti professionali. Un dialogo che deve diventare sempre più costruttivo.
Quindi, occorre agire per rimettere al centro del dibattito il settore in termini formativi e in termini di potenziamento anche normativo delle scuole edili.
Si vuole, attraverso il ccnl, porre al centro il sistema bilaterale delle scuole edili attraverso l’obbligatorietà di fornire un’offerta formativa in particolare ai giovani, certificandola il più possibile. Noi immaginiamo proprio una Carta di identità dell’Edile. Importante anche che il ccnl dia delle linee guida sul catalogo formativo anche per avere uno standard a livello nazionale.
Fonte: Adnkronos