In Emilia-Romagna nel 2020 persi 23.000 posti, 13.000 nel turismo

In Emilia-Romagna nel 2020 persi 23.000 posti, 13.000 nel turismo

di Lucia Zitti

Nell’anno della pandemia l’occupazione è calata meno del previsto, grazie, soprattutto all’utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali. Restano comunque, forti differenze da settore a settore.

Nella media del 2020 gli addetti nelle imprese dell’Emilia-Romagna sono diminuiti dell’1,4% (-23.482 lavoratori): la riduzione dei dipendenti è stata meno rapida (-1,2%) di quella degli indipendenti (-1,8%). È aumentata, invece, l’occupazione nelle attività connesse a informatica e servizi finanziari, mentre cali pesanti hanno interessato il commercio, la ristorazione, i servizi di somministrazione di lavoro, la subfornitura meccanica e la moda.

È quanto attesta uno studio di Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i dati relativi agli addetti delle localizzazioni di impresa con sede legale in regione o altrove. In Italia, gli addetti risultano in calo dello 0,8% nella media del 2020, coerentemente con la maggiore la forza con cui la pandemia ha colpito il nord d’Italia, specie nella prima meta’ dell’anno.

Gli effetti sono stati estremamente differenziati. In alcuni settori l’occupazione è rimasta stabile, in altri ha addirittura tratto vantaggio, seppure gli incrementi abbiano avuto un rilievo contenuto. La tendenza negativa è stata trainata dall’andamento dei servizi. Messo a dura prova dalle restrizioni della pandemia e dai mutamenti di comportamento dei consumatori nel commercio si sono persi 5.991 occupati (-2%).

In termini assoluti l’andamento è risultato peggiore negli altri servizi diversi dal commercio, come la ristorazione. Qui la perdita occupazionale è stata di 13.359 unità (-1,8%), nonostante la notevole crescita tendenziale fatta registrare ancora nel primo trimestre 2020.

Fonte DIRE