di Giuseppe Rizzo
Sulla sola superficie del Mediterraneo navigano circa un milione e 200 mila tonnellate di plastiche. E lungo tutta la colonna d’acqua, così come sui fondali, il numero dei rifiuti plastici è ormai pressoché incalcolabile. Una situazione che minaccia sia l’ecosistema che la stessa salute umana.
La sostituzione di imballaggi impattanti sull’ambiente è una delle prime leve che l’industria alimentare può mettere in campo per evitare che la plastica usa e getta finisca nell’ambiente e Misura già dallo scorso anno ha eliminato due milioni e mezzo di confezioni di plastica, tagliando del 52% le tonnellate di plastica immesse sul mercato rispetto al 2019.
Sostituendo il packaging di plastica di alcuni dei prodotti Misura con una confezione fatta di materie prime di origine vegetale, che, raccolta e trattata, diventa compost, quindi suolo fertile, sono state tagliate due milioni e mezzo di confezioni di plastica tradizionale, una superficie più grande di 22 Piazze Duomo di Milano. Misura è la prima azienda alimentare a livello internazionale a scegliere il compostabile per i prodotti da scaffale, una confezione che mantiene inalterata la qualità di prodotti che devono durare a lungo sugli scaffali dei negozi, fuori dal frigo.
Si tratta di un incarto innovativo, reso possibile grazie alla sinergia di un pool di aziende italiane: Novamont, Saes, Sacchital, TicinoPlast e Ima, con il contributo scientifico dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Inoltre, per dimezzare la plastica Misura è andata oltre la scommessa del materiale compostabile: gli incarti esterni di molti prodotti sono stati infatti sostituiti con carta certificata Fsc.
Per produrla, cioè, non sono stati toccati boschi antichi, né disboscate aree a rischio biodiversità, le foreste sono state coltivate con metodi ecocompatibili. Parliamo di 28 milioni di confezioni di carta convenzionale risparmiate grazie alla sostituzione con carta certificata, rispetto al 2019.
Fonte: Adnkronos