di Gaia Beretto
Sarà “l’Italia Geniale”, che racconta la storia del design industriale in mostra a Palazzo Piacentini fino al 13 marzo prossimo, ad inaugurare una serie di iniziative culturali per celebrare i 90anni della sede del Ministero dello sviluppo italiano tra design enables, bellezza, originalità e creatività. La mostra, in arrivo dal Padiglione Italia di “Expo 2020 Dubai”, è infatti un viaggio attraverso l’evoluzione dei nostri prodotti più innovativi e i capolavori dell’ingegno italiano capaci di coniugare bellezza e funzionalità.
L’esposizione ripercorre da vicino la storia dei brevetti e dei disegni industriali depositati presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi del Mise, testimone della creatività italiana, del progresso e dello sviluppo economico che il Paese ha compiuto nel settore dell’industria, influenzando società, consumi e costumi. Tra i 66 oggetti esposti, dalla moda all’arredo, dall’illuminazione al settore automobilistico e aeronautico fino alle tecnologie emergenti, anche le vere icone mondiali del design e della ricerca: Isetta, prima city car degli anni ’50 ideata dal genio italiano, la macchina da scrivere Valentine dell’Olivetti, la bottiglietta del Campari Soda, la macchina da cucire Mirella della Necchi, la poltrona Frau Vanity Fair, il bollitore Conico Alessi, il televisore portatile Algol della Brionvega, la Vespa elettrica Piaggio e infine la Moka Bialetti.
Proprio quest’ultima, ideata nel 1930, è il simbolo di come il design Italiano possa elaborare oggetti in grado di modificare radicalmente le relazioni, favorendo trasferimenti di riti, gesti o azioni dal pubblico al privato consentendo di gustare il caffè espresso nella propria casa. Un rito quello della preparazione e del consumo del caffè, che tra i progetti selezionati trova sia un momento di grande teatralità nel progetto della macchina da caffè, “Cobàn” di Alessi, in cui la cupola di vetro mette in mostra l‘aroma, sia una soluzione per riproporre il rito in ambienti estremi come lo spazio, con la macchina “ISSpresso” di Lavazza.
Il ripensamento delle relazioni è al centro di tutto il filone dell’informalità che ha investito l’arredamento degli anni ’60 del Novecento, includendo anche gli apparecchi tecnologici. Le sedute informali “Sacco” e “Le Bambole” tra la fine degli anni ’60 e ’70 rivoluzionano, infatti, il modo di sedersi su un imbottito rispetto al progetto della “Vanity Fair”, divenuta archetipo della poltrona moderna. Stessa influenza la svolgono prodotti quali il televisore “Algol”, da posizionare anche a pavimento così come il ventilatore “Ariante”, o la più recente radio “Monkey” che con la sua antenna-coda a memoria di forma, si può anche indossare.
Fonte: Adnkronos