di Alessandra Sabatino
E’ una buona notizia quella che arriva dall’aula del Senato che ha approvato in prima lettura il decreto Ristori con le modifiche apportate in commissione. Tra queste, anche la misura in relazione all’applicazione della disciplina dell’equo compenso agli interventi resi nell’ambito delle attività che rientrano nel superbonus 110%. E’ un passo in avanti importante non solo per i liberi professionisti architetti e ingegneri ma per tutto il Paese perché’ equità e certezza del compenso vanno intesi quali criteri di garanzia della qualità della proposta progettuale. Alla riduzione dei compensi nell’ambito dell’offerta dei servizi di architettura e ingegneria segue necessariamente un impoverimento della proposta progettuale, la cui conseguenza è quella di rendere il nostro territorio, le nostre abitazioni e infrastrutture meno sicure”.
Questo il commento del presidente della Fondazione Inarcassa, Franco Fietta, in merito all’approvazione in prima lettura del Dl Ristori al Senato nella versione che recepisce le modifiche proposte in Commissione, compresa quella che prevede che si applichi la disciplina in materia di equo compenso nei confronti dei professionisti incaricati di prestazioni finalizzate all’accesso ai benefici fiscali per le attività di cui agli articoli 119 e 121 del decreto “Rilancio”. “In queste settimane”, continua Fietta, “vista la grande attesa che sta crescendo attorno al superbonus 110%, abbiamo a più riprese invitato il parlamento a prendere in considerazione di adottare una misura che tutelasse i liberi professionisti dell’area tecnica nelle attività di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico. Quella dei compensi non adeguati è, purtroppo, una realtà che sta piano piano emergendo con il moltiplicarsi delle richieste di accesso al superbonus. Stiamo, infatti, assistendo a offerte commerciali ‘tutto incluso’ proposte dai grandi player del mercato che incidono pesantemente sui compensi, non adeguati, ai professionisti”.
“La misura introdotta dal decreto Ristori è il primo passo per completare il quadro di disciplina in materia di equo compenso e rendere più incisiva la tutela dei liberi professionisti. Ci aspettiamo, innanzitutto, la proroga del superbonus perché’ altrimenti rischiamo di vanificare il buon risultato appena ottenuto con il decreto Ristori. Poi il parlamento, preso atto del mutamento dello scenario economico degli ultimi anni e senza rinunciare ai benefici della libera concorrenza, consideri un ritorno delle tariffe per le professioni tecniche. Sarebbe una risposta responsabile visto il sensibile calo dei redditi che ci attendiamo nel 2020. In parlamento ci sono, al momento, diverse proposte in materia di equo compenso, tutte più o meno condivisibili. Ora, però, occorre uno sforzo in più, nello spirito dell’articolo 36 della Carta costituzionale e al suo richiamo ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto, da parte di tutti i lavoratori, compresi i liberi professionisti”, conclude il presidente Fietta.