di Giovanna La Monaca
Nel testo definitivo del Pnrr è stato inserito quello che si può considerare il progetto più strategico per la tutela della biodiversità e il ripristino ambientale più significativo dell’intero Piano: il Progetto per la rinaturazione del Po.
Così il WWF Italia, che ha elaborato il progetto insieme ad Anepla (Associazione nazionale estrattori produttori lapidei affini di Confindustria), condiviso e integrato con la collaborazione istituzionale dell’Autorità di Bacino distrettuale del Po e di AiPo (Agenzia Interregionale per il Po, che riunisce le Regioni attraversate dal Po).
Il Progetto per la Rinaturazione del Po prende in considerazione una vasta fascia fluviale, dalla provincia di Pavia fino a quella di Rovigo, che si estende per 32.431,18 ettari, nella quale sono state individuate 37 aree da rinaturalizzare lungo il tratto medio padano più altre 7 aree localizzate nel delta del Po. La proposta è coerente con la pianificazione di bacino (in particolare con il programma sedimenti dell’Autorità di bacino del Po) e con le direttive europee ‘Acque’, ‘Alluvioni’ e Habitat.
Il progetto risponde agli obiettivi e agli standard definiti nelle linee guida per i Pnrr e nel Regolamento che istituisce lo strumento Recovery and Resilience Facility (Rrf), in cui si chiede ai Paesi Membri della Ue di intraprendere azioni concrete per accrescere il loro capitale naturale tutelando e riqualificando le loro risorse naturali.
Intervenire sul Po risponde anche alle indicazioni della ‘Strategia Europea per la biodiversità che chiede ai Paesi Membri di intervenire sui 25 mila chilometri dei fiumi europei per ripristinare le pianure alluvionali e le zone umide e consente di integrare e implementare gli obiettivi di sviluppo sostenibile avviati in quest’area dai due Mab Unesco presenti: ‘Po Grande’ e ‘Delta Po’.
Il progetto è un’occasione formidabile di sviluppo per un territorio e dimostra come sia possibile coniugare positivamente le priorità ambientali con le esigenze di chi vive e lavora anche su un’area così complessa come quella padana, dimostrando nel concreto che l’uso sostenibile delle risorse non è soltanto un’aspirazione ma si può tramutare in un’iniziativa condivisa tra il settore privato e il mondo associativo.
Fonte: Adnkronos