di Renata Narcisi
Nel 2020 il movimento turistico in Lombardia si è più che dimezzato, con 11,4 milioni di arrivi in meno (+65% rispetto al 2019) e una contrazione di 23,4 milioni di presenze (-58%). Un calo imputabile soprattutto alle presenze all’estero, mentre la flessione degli italiani è stata più contenuta (-42%). Il ridimensionamento del comparto ha interessato inevitabilmente il settore alberghiero (-66%).
Quasi la metà delle minori presenze turistiche in Lombardia è riconducibile alla provincia di Milano (-71%), che nel 2019 era ampliamente la prima area turistica della regione. Male anche Brescia (-4,9 milioni) e Como (con una contrazione turistica del -57%). È quanto emerge dallo studio effettuato dall’Osservatorio Economia e Territorio del centro studi Sintesi per Cna Lombardia, presentato questa mattina in videoconferenza.
Il 2020 è stato per il turismo “il peggior anno mai registrato”, basti pensare che gli arrivi internazionali sono calati dal 74% a livello globale (nel 2009, anno della più grave crisi economica recente, la flessione era stata del 4%).
In ogni caso, nonostante il Covid, secondo i dati di Cna il 55% degli italiani andrà in vacanza, e tra questi, più del 67% sceglierà località nazionali, con i flussi turistici si concentreranno maggiormente nei mesi estivi. L’emergenza sanitaria poi, ha dimezzato il ricorso alle agenzie di viaggio, con il 74% delle prenotazioni che nel 2020 sono state eseguite direttamente.
Un vero ‘tsunami’ si è abbattuto sul mondo del turismo, come sottolinea il presidente di Cna Lombardia Daniele Parolo. Nello specifico, il 45% delle presenze nella regione si deve ad arrivi stranieri (in calo del 15% rispetto ai numeri registrati nel 2019). Anche se, restringendo il campo agli italiani, nell’agosto del 2020 in Lombardia si è registrato un numero di turisti superiore a quello riscontrato nel 2019. I mesi di luglio e settembre invece si sono chiusi con flessioni rispettivamente del 23% e del 25%.
Fonte DIRE